martedì 14 giugno 2016

IL CAMORRISTA


Il Camorrista

by NonSoloVideo


Il camorrista è un film italiano uscito per la prima volta nelle sale cinematografiche nel settembre del 1986, liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Marrazzo che si staglia sulla figura di Raffaele Cutolo. Costituisce l'esordio di Giuseppe Tornatore alla regia cinematografica.






È una coproduzione fra Reteitalia del gruppo Fininvest e Titanus costata 4 miliardi di lire e confezionata in due versioni di metraggio diverso: la versione per il grande schermo, querelata e ritirata dai cartelloni ad appena due mesi di distanza dalla sua prima, e l'edizione estesa per la televisione, della durata di cinque ore, mai andata in onda. La pellicola fu nuovamente ridistribuita nelle sale, ottenendo un buon successo sia di pubblico (fu il 58º maggior incasso della stagione cinematografica 1986-87) che di critica (Tornatore grazie a questo film vinse il Nastro d'argento come miglior regista esordiente e Leo Gullotta il David di Donatello come migliore attore non protagonista). La prima visione TV è stata nella prima serata di Rete 4 di domenica 20 marzo 1994, quasi otto anni dopo la sua uscita al cinema.



Don Saverio un "ras" della camorra vesuviana, fa visita ad alcuni contadini e prende con sé un bambino, al quale mette una pistola nei pantaloni. I due vanno ad una fiera di paese, dove, nonostante la presenza della polizia, il bambino passa senza problemi. Superati i controlli, l'uomo prende la pistola ed uccide una persona, per poi riporre la pistola da dove l'aveva presa.
Anni dopo, quel bambino ormai adulto viene condannato a trent'anni di carcere per omicidio, un giovane aveva osato palpeggiare sua sorella.
In prigione comincia a farsi strada e a guadagnarsi rispetto negli ambienti della malavita, grazie al fatto che sa leggere e scrivere si guadagnerà il soprannome di Professore, a causa dell'arroganza di Don Antonio "Malacarne", boss del carcere, decide di sfidarlo per prendere il predominio sui detenuti, Domenico Spina, un malavitoso calabrese esponente della 'Ndrangheta tenta un doppio gioco, appoggia sia il "Professore" che il "Malacarne" con l'intento di eliminare entrambi. Il professore arguto sta al gioco, sfida a duello Malacarne, ma nello stesso giorno a quest'ultimo viene concessa la grazia, e quindi non si presenta. Il professore dopo aver umiliato pubblicamente il boss, con un gioco d'astuzia elimina sia il Malacarne che il calabrese, comincia così la sua ascesa criminale.
In carcere ormai comanda tutto, fonda la Nuova Camorra Riformata, un organizzazione criminale con migliaia di affiliati che controllano ogni genere di traffico illecito in Campania.
Grazie a perizie false riesce ad ottenere l'infermità mentale e viene trasferito nel manicomio criminale, dal quale però evade. La sua latitanza dura circa un anno, durante il quale gestisce al meglio la sua organizzazione, ottenendo persino contatti con Cosa nostra americana tramite Frank Titas, boss della mala milanese. Quando ormai crede di avere ottenuto il predominio assoluto, comincia la caduta: alcuni clan storici di Napoli, non accettano la politica accentratrice della Nuova Camorra Riformata, si ribellano formando un loro cartello, scoppia così una violentissima guerra di camorra che provoca centinaia di morti ammazzati.
Una sera, durante la quale il Professore si intrattiene a cena con alcuni politici, i nemici lo individuano e tentano un agguato. Alfredo Canale suo luogotenente, anch'egli presente alla cena per fargli da scorta, se ne avvede e decide di fermare l'attacco: ne deriva un inseguimento in auto nel quale viene fermato dalla polizia. Messo alle strette, è costretto a rivelare al commissario Iervolino il covo in cui si rifugia il boss, solo facendolo arrestare può impedire ai rivali di ucciderlo. Tuttavia, questa mossa gli sarà fatale: il Professore, considererà il suo gesto un tradimento, Canale sarà ammazzato in carcere e di li a poco verrà eliminata anche sua moglie che ormai era divenuta una testimone scomoda.
La guerra sia in carcere che fuori non cessa nemmeno durante il sisma del 1980. In seguito a questi avvenimenti, viene trasferito in un nuovo carcere, dove si sposa e continua a gestire la propria organizzazione, farà arrestare ed eliminare in carcere anche Frank Titas, reo di aver ripreso a fare affari con la fazione a lui ostile subito dopo il suo arresto.




Su pressione di alcuni personaggi appartenente alla politica, tratta per conto dello Stato con le Brigate Rosse, la cellula napoletana ha infatti rapito l'assessore regionale Mimmo Mesillo, personaggio molto influente in Campania.
Riesce ad accordarsi con i terroristi e ad ottenere la sua liberazione, ma i politici e i servizi deviati che in cambio avevano promesso al professore soldi e semilibertà, non mantengono l'impegno: cerca vanamente di vendicarsi, rende pubblico un documento contraffatto nel quale denuncia le illecite trattative intercorse tra lui, i servizi segreti e i politici dell'area di governo per far liberare Mesillo; ma il pentimento di alcuni dei suoi uomini fa sì che la situazione del professore peggiori sempre più , viene infatti trasferito in un carcere di massima sicurezza, in totale isolamento.
Resosi conto di aver perso e di essere stato tradito da tutti, anche da Ciro Parrella, amico di infanzia e suo braccio destro, oltre che custode di documenti e prove schiaccianti che possono far tremare politici e servizi segreti, chiedera' a sua sorella Rosaria da sempre innamorata di Ciro, di farlo eliminare insieme all'amante, asserendo che un camorrista ragiona sempre con il cervello e mai con il cuore.

EURO 2016, BELGIO ITALIA 0-2


Euro 2016, Belgio Italia 0 - 2 

by Film e Video Gratuiti



L'Italia c'è e adesso tutti dovranno fare i conti con gli Azzurri. Con i gol di Giaccherini e Pellè la Nazionale di Antonio Conte batte 2-0 il Belgio a Lione e balza in testa al gruppo E. Una partita durissima, giocata con grande intensità. Illuminante l'assist di Bonucci per il vantaggio. Nella ripresa tante occasioni per gli azzurri, culminate nel raddoppio di Pellè al 92' dopo l'ennesimo contropiede. Sì, l'Italia c'è e c'è con tutte le caratteristiche che le competono. Ha la faccia insaguinata di Conte, quella cattiva di Bonucci, quella stralunata di Giaccherini, quella feroce di Pellè. Non è una celebrazione, ma un 2-0 al Belgio, squadra seconda nel ranking Fifa, indicata da tutti come potenziale favorita degli Europei è una dimostrazione di forza e un'iniezione di fiducia che non devono, però, far perdere la barra al gruppo. La consapevolezza, però c'è: e la vittoria è arrivata con gli ingredienti cari a Conte. Una squadra compatta, cattiva, determinata. Ottima in difesa, pasticciona nelle ripartenze, ma brava a far male. I gol di Giaccherini e Pellè sono altri due indizi di come questa squadra sia al cento per cento figlia di Antonio Conte. Solidità, ma blocco un po' basso. Compattezza, ma poche ripartenze. Attenzione, ma un pizzico di scarsa personalità. L'inizio dell'Italia è a due facce. L'area di rigore di Buffon resta sgombra da pericoli, ma gli azzurri sono poco propositivi. Il Belgio si affaccia trovando corridoi centrali, sfruttando il lavoro di Fellaini che apre varchi per le conclusioni di Nainggolan, che prima impegna Buffon, poi spara a lato. Fino al 30' manca il guizzo: l'unico squillo azzurro è un destro a giro di Pellè che non spaventa Courtois. Poi, all'improvviso, l'illuminazione, nello "Stadio delle Luci". Arriva su un asse quasi storico per Conte, sicuramente bianconero: Bonucci, dal cerchio di centrocampo, dipinge un lancio da numero 10. La difesa del Belgio è schierata, ma non legge il pallone profondo: Giaccherini, fino a quel momento uno dei più in difficoltà, scappa, stoppa e trafigge Courtois con un grande gesto tecnico. È una scossa, un colpo che intontisce il Belgio e gasa gli Azzurri: Candreva scuote i guantoni di Courtois, Pellè spreca di testa un rigore in movimento da pochi passi. Il Belgio reagisce, ma non punge anche grazie ai ripiegamenti degli interni, Giaccherini su tutti. Nella ripresa si aprono gli spazi: la partita è più aperta e l'Italia fallisce tre chiare occasioni per ripartire, fallite per imprecisioni pacchiane. Gli azzurri addirtura si sbilanciano e il Belgio fallisce un clamoroso contropiede con Lukaku, che spreca a tu per tu con Buffon sfiorando l'incrocio. Sul capovolgimento di fronte Courtois mette il mantello di Superman e vola parando un bel colpo di testa di Pellè, quasi a colpo sicuro. Il Belgio si riversa in avanti, Conte toglie Darmian, il peggiore, e inserisce De Sciglio. Wilmots sceglie la freschezza di Mertens, Origi e Carrasco. La difesa azzurra non sbanda mai, anche se i ripiegamenti diventano sempre più faticosi. L'Italia sbaglia troppo in uscita, regalando al Belgio la possibilità di fare male. Buffon non deve compiere parate, ma la pressione dei Diavoli Rossi è costante e sfocia in un colpo di testa da due passi di Origi e in una palla velenosa che danza nell'area piccola. I metri che vengono concessi dalla squadra di Wilmots sono però tantissimi: Immobile, subentrato a Eder, costringe Courtois ad un'altra parata da urlo sugli sviluppi di una cavalcata in contropiede. I minuti finali sono di sofferenza totale: Clattenburg usa un metro bizzarro (quattro gli azzurri ammoniti) che fa infuriare il sanguinante Conte. Sì, perché in occasione del gol di Giaccherini il ct si scontra nell'esultanza con Zaza, sanguinando per una ferita al volto per quasi tutta la partita. Ma la seconda esultanza è dolce, liberatoria e per niente dolorosa: sull'ennesimo contropiede spinto da Immobile, al 92', Candreva ha la freddezza di servire Pellè che al volo si riscatta e segna un gol bellissimo e definitivo. Belgio al tappeto, Italia gonfia d'orgoglio: quello del suo ct Conte e di tutti gli azzurri scesi in campo. Buon esordio dell'Italia di Antonio Conte che batte 2-0 il Belgio, grazie ai gol di Giaccherini e Pellè. Partita intensa per gli azzurri, che soffrono, ma possono festeggiare una vittoria che li fa volare subito in testa al Gruppo E a punteggio pieno.

domenica 5 giugno 2016

LA SCORTA


La Scorta

 by Film e Video Gratuiti




La scorta è un film del 1993 diretto da Ricky Tognazzi. La didascalia iniziale indica che il film è «liberamente ispirato ai fatti accaduti al giudice Francesco Taurisano e agli uomini della sua scorta». Il film racconta la vicenda di un magistrato che conduce un'inchiesta in Sicilia, e le vicende degli uomini della sua scorta.







Alla Procura della Repubblica di Trapani è appena stato trasferito da Varese il magistrato Michele De Francesco con l'incarico di sostituto procuratore, subentrando al collega Rizzo, appena ucciso. Qui gli viene presentato il brigadiere Andrea Corsale, capo della sua nuova scorta, di cui fanno parte gli appuntati Angelo Mandolesi e Raffaele Frasca, il carabiniere Fabio Muzzi e l'autista Nicola Torre, che conoscerà la mattina dopo. Il clima locale per i nuovi arrivati è tiepido: il giudice De Francesco è accolto con sospetto da un impiegato della Procura, Polizzi, che parla male di lui a Corsale; la scorta, inoltre, dispone di una sola auto blindata, di solo due giubbotti antiproiettile per tutti i carabinieri, e ha la benzina razionata. Una mattina addirittura il motore dell'auto blindata cede sotto casa del magistrato, e la scorta deve dividersi, con Muzzi, Corsale e Frasca nell'altra macchina insieme al procuratore, mentre Mandolesi e Torre aspettano l'auto blindata sostitutiva. De Francesco riprende l'inchiesta del predecessore sulla concessione delle forniture idriche a imprese private, scoprendo presto delle irregolarità e dispone il sequestro dei pozzi, che sono le sole fonti di approvvigionamento idrico di Trapani. Assume anche l'indagine sulla costruzione di una nuova diga, che sembra coinvolgere il viceprefetto Scavone e il boss mafioso locale Giuseppe Mazzaglia. La sua attività fa molto rumore: la scrivania del suo ufficio viene forzata, i suoi documenti importanti spariscono nell'indifferenza di Polizzi, il solo custode delle chiavi degli uffici, e il procuratore capo Caruso gli toglie l'inchiesta, che continua lo stesso a condurre da solo: ormai si fida solo della sua scorta, diventata nel frattempo quasi una seconda famiglia. Saranno loro a trascrivere le intercettazioni, effettuare i pedinamenti e battere a macchina i verbali. Questo aumenta l'ostilità del personale della Procura nei suoi confronti, che protesta con Caruso. La "squadra" del giudice De Francesco fa progressi e scopre un altro personaggio sospetto: è il politico Nestore Bonura, l'unico che aveva difeso pubblicamente il magistrato per il sequestro dei pozzi. Altri ostacoli vengono però frapposti tra De Francesco e la verità: all'uscita da un ristorante sul lungomare, una bomba montata su una delle due auto, destinata alla giovanissima figlia del magistrato (accompagnata dalla scorta), uccide Frasca e attira anche l'attenzione del procuratore Caruso, a pranzo nello stesso ristorante, quando invece avrebbe dovuto incontrare in ufficio De Francesco per l'inchiesta. Pochi giorni dopo viene ucciso in un agguato anche il deputato Bonura con l'agente di scorta. Si avvicina la fine dell'avventura del magistrato: il procuratore capo Caruso, dopo la morte di Bonura, ha inviato al Consiglio Superiore della Magistratura una denuncia contro De Francesco per «manifesta incompatibilità ambientale», che è stata accolta e che comporta il trasferimento immediato suo e dei carabinieri della scorta. Caruso non sa però che De Francesco lo ha denunciato a sua volta e, di fronte al rischio di un provvedimento contro di lui, preferisce il prepensionamento.

Tromba d'aria Sottomarina Chioggia 04 06 2016

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