domenica 20 novembre 2016

SOLO





L'agente sotto copertura Marco Pagani, detto "Solo" lavora per l'SCO (Servizio Centrale Operativo della Polizia), ed è impegnato da un anno in un'operazione per agganciare il clan dei Corona, potente famiglia della 'Ndrangheta della piana di Gioia Tauro che attraverso il controllo del porto si sta preparando a gestire il transito dalla Turchia ai mercati americani del più grosso quantitativo di droga immesso in Occidente.

Inizialmente Marco salva la vita a Bruno Corona, figlio prediletto del capofamiglia Antonio, durante una sparatoria in una cava romana con un mercante d'armi ucraino. Così, dopo aver conquistato la stima di Bruno, quest'ultimo lo vuole al suo fianco in Calabria



martedì 14 giugno 2016

IL CAMORRISTA


Il Camorrista

by NonSoloVideo


Il camorrista è un film italiano uscito per la prima volta nelle sale cinematografiche nel settembre del 1986, liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Marrazzo che si staglia sulla figura di Raffaele Cutolo. Costituisce l'esordio di Giuseppe Tornatore alla regia cinematografica.






È una coproduzione fra Reteitalia del gruppo Fininvest e Titanus costata 4 miliardi di lire e confezionata in due versioni di metraggio diverso: la versione per il grande schermo, querelata e ritirata dai cartelloni ad appena due mesi di distanza dalla sua prima, e l'edizione estesa per la televisione, della durata di cinque ore, mai andata in onda. La pellicola fu nuovamente ridistribuita nelle sale, ottenendo un buon successo sia di pubblico (fu il 58º maggior incasso della stagione cinematografica 1986-87) che di critica (Tornatore grazie a questo film vinse il Nastro d'argento come miglior regista esordiente e Leo Gullotta il David di Donatello come migliore attore non protagonista). La prima visione TV è stata nella prima serata di Rete 4 di domenica 20 marzo 1994, quasi otto anni dopo la sua uscita al cinema.



Don Saverio un "ras" della camorra vesuviana, fa visita ad alcuni contadini e prende con sé un bambino, al quale mette una pistola nei pantaloni. I due vanno ad una fiera di paese, dove, nonostante la presenza della polizia, il bambino passa senza problemi. Superati i controlli, l'uomo prende la pistola ed uccide una persona, per poi riporre la pistola da dove l'aveva presa.
Anni dopo, quel bambino ormai adulto viene condannato a trent'anni di carcere per omicidio, un giovane aveva osato palpeggiare sua sorella.
In prigione comincia a farsi strada e a guadagnarsi rispetto negli ambienti della malavita, grazie al fatto che sa leggere e scrivere si guadagnerà il soprannome di Professore, a causa dell'arroganza di Don Antonio "Malacarne", boss del carcere, decide di sfidarlo per prendere il predominio sui detenuti, Domenico Spina, un malavitoso calabrese esponente della 'Ndrangheta tenta un doppio gioco, appoggia sia il "Professore" che il "Malacarne" con l'intento di eliminare entrambi. Il professore arguto sta al gioco, sfida a duello Malacarne, ma nello stesso giorno a quest'ultimo viene concessa la grazia, e quindi non si presenta. Il professore dopo aver umiliato pubblicamente il boss, con un gioco d'astuzia elimina sia il Malacarne che il calabrese, comincia così la sua ascesa criminale.
In carcere ormai comanda tutto, fonda la Nuova Camorra Riformata, un organizzazione criminale con migliaia di affiliati che controllano ogni genere di traffico illecito in Campania.
Grazie a perizie false riesce ad ottenere l'infermità mentale e viene trasferito nel manicomio criminale, dal quale però evade. La sua latitanza dura circa un anno, durante il quale gestisce al meglio la sua organizzazione, ottenendo persino contatti con Cosa nostra americana tramite Frank Titas, boss della mala milanese. Quando ormai crede di avere ottenuto il predominio assoluto, comincia la caduta: alcuni clan storici di Napoli, non accettano la politica accentratrice della Nuova Camorra Riformata, si ribellano formando un loro cartello, scoppia così una violentissima guerra di camorra che provoca centinaia di morti ammazzati.
Una sera, durante la quale il Professore si intrattiene a cena con alcuni politici, i nemici lo individuano e tentano un agguato. Alfredo Canale suo luogotenente, anch'egli presente alla cena per fargli da scorta, se ne avvede e decide di fermare l'attacco: ne deriva un inseguimento in auto nel quale viene fermato dalla polizia. Messo alle strette, è costretto a rivelare al commissario Iervolino il covo in cui si rifugia il boss, solo facendolo arrestare può impedire ai rivali di ucciderlo. Tuttavia, questa mossa gli sarà fatale: il Professore, considererà il suo gesto un tradimento, Canale sarà ammazzato in carcere e di li a poco verrà eliminata anche sua moglie che ormai era divenuta una testimone scomoda.
La guerra sia in carcere che fuori non cessa nemmeno durante il sisma del 1980. In seguito a questi avvenimenti, viene trasferito in un nuovo carcere, dove si sposa e continua a gestire la propria organizzazione, farà arrestare ed eliminare in carcere anche Frank Titas, reo di aver ripreso a fare affari con la fazione a lui ostile subito dopo il suo arresto.




Su pressione di alcuni personaggi appartenente alla politica, tratta per conto dello Stato con le Brigate Rosse, la cellula napoletana ha infatti rapito l'assessore regionale Mimmo Mesillo, personaggio molto influente in Campania.
Riesce ad accordarsi con i terroristi e ad ottenere la sua liberazione, ma i politici e i servizi deviati che in cambio avevano promesso al professore soldi e semilibertà, non mantengono l'impegno: cerca vanamente di vendicarsi, rende pubblico un documento contraffatto nel quale denuncia le illecite trattative intercorse tra lui, i servizi segreti e i politici dell'area di governo per far liberare Mesillo; ma il pentimento di alcuni dei suoi uomini fa sì che la situazione del professore peggiori sempre più , viene infatti trasferito in un carcere di massima sicurezza, in totale isolamento.
Resosi conto di aver perso e di essere stato tradito da tutti, anche da Ciro Parrella, amico di infanzia e suo braccio destro, oltre che custode di documenti e prove schiaccianti che possono far tremare politici e servizi segreti, chiedera' a sua sorella Rosaria da sempre innamorata di Ciro, di farlo eliminare insieme all'amante, asserendo che un camorrista ragiona sempre con il cervello e mai con il cuore.

EURO 2016, BELGIO ITALIA 0-2


Euro 2016, Belgio Italia 0 - 2 

by Film e Video Gratuiti



L'Italia c'è e adesso tutti dovranno fare i conti con gli Azzurri. Con i gol di Giaccherini e Pellè la Nazionale di Antonio Conte batte 2-0 il Belgio a Lione e balza in testa al gruppo E. Una partita durissima, giocata con grande intensità. Illuminante l'assist di Bonucci per il vantaggio. Nella ripresa tante occasioni per gli azzurri, culminate nel raddoppio di Pellè al 92' dopo l'ennesimo contropiede. Sì, l'Italia c'è e c'è con tutte le caratteristiche che le competono. Ha la faccia insaguinata di Conte, quella cattiva di Bonucci, quella stralunata di Giaccherini, quella feroce di Pellè. Non è una celebrazione, ma un 2-0 al Belgio, squadra seconda nel ranking Fifa, indicata da tutti come potenziale favorita degli Europei è una dimostrazione di forza e un'iniezione di fiducia che non devono, però, far perdere la barra al gruppo. La consapevolezza, però c'è: e la vittoria è arrivata con gli ingredienti cari a Conte. Una squadra compatta, cattiva, determinata. Ottima in difesa, pasticciona nelle ripartenze, ma brava a far male. I gol di Giaccherini e Pellè sono altri due indizi di come questa squadra sia al cento per cento figlia di Antonio Conte. Solidità, ma blocco un po' basso. Compattezza, ma poche ripartenze. Attenzione, ma un pizzico di scarsa personalità. L'inizio dell'Italia è a due facce. L'area di rigore di Buffon resta sgombra da pericoli, ma gli azzurri sono poco propositivi. Il Belgio si affaccia trovando corridoi centrali, sfruttando il lavoro di Fellaini che apre varchi per le conclusioni di Nainggolan, che prima impegna Buffon, poi spara a lato. Fino al 30' manca il guizzo: l'unico squillo azzurro è un destro a giro di Pellè che non spaventa Courtois. Poi, all'improvviso, l'illuminazione, nello "Stadio delle Luci". Arriva su un asse quasi storico per Conte, sicuramente bianconero: Bonucci, dal cerchio di centrocampo, dipinge un lancio da numero 10. La difesa del Belgio è schierata, ma non legge il pallone profondo: Giaccherini, fino a quel momento uno dei più in difficoltà, scappa, stoppa e trafigge Courtois con un grande gesto tecnico. È una scossa, un colpo che intontisce il Belgio e gasa gli Azzurri: Candreva scuote i guantoni di Courtois, Pellè spreca di testa un rigore in movimento da pochi passi. Il Belgio reagisce, ma non punge anche grazie ai ripiegamenti degli interni, Giaccherini su tutti. Nella ripresa si aprono gli spazi: la partita è più aperta e l'Italia fallisce tre chiare occasioni per ripartire, fallite per imprecisioni pacchiane. Gli azzurri addirtura si sbilanciano e il Belgio fallisce un clamoroso contropiede con Lukaku, che spreca a tu per tu con Buffon sfiorando l'incrocio. Sul capovolgimento di fronte Courtois mette il mantello di Superman e vola parando un bel colpo di testa di Pellè, quasi a colpo sicuro. Il Belgio si riversa in avanti, Conte toglie Darmian, il peggiore, e inserisce De Sciglio. Wilmots sceglie la freschezza di Mertens, Origi e Carrasco. La difesa azzurra non sbanda mai, anche se i ripiegamenti diventano sempre più faticosi. L'Italia sbaglia troppo in uscita, regalando al Belgio la possibilità di fare male. Buffon non deve compiere parate, ma la pressione dei Diavoli Rossi è costante e sfocia in un colpo di testa da due passi di Origi e in una palla velenosa che danza nell'area piccola. I metri che vengono concessi dalla squadra di Wilmots sono però tantissimi: Immobile, subentrato a Eder, costringe Courtois ad un'altra parata da urlo sugli sviluppi di una cavalcata in contropiede. I minuti finali sono di sofferenza totale: Clattenburg usa un metro bizzarro (quattro gli azzurri ammoniti) che fa infuriare il sanguinante Conte. Sì, perché in occasione del gol di Giaccherini il ct si scontra nell'esultanza con Zaza, sanguinando per una ferita al volto per quasi tutta la partita. Ma la seconda esultanza è dolce, liberatoria e per niente dolorosa: sull'ennesimo contropiede spinto da Immobile, al 92', Candreva ha la freddezza di servire Pellè che al volo si riscatta e segna un gol bellissimo e definitivo. Belgio al tappeto, Italia gonfia d'orgoglio: quello del suo ct Conte e di tutti gli azzurri scesi in campo. Buon esordio dell'Italia di Antonio Conte che batte 2-0 il Belgio, grazie ai gol di Giaccherini e Pellè. Partita intensa per gli azzurri, che soffrono, ma possono festeggiare una vittoria che li fa volare subito in testa al Gruppo E a punteggio pieno.

domenica 5 giugno 2016

LA SCORTA


La Scorta

 by Film e Video Gratuiti




La scorta è un film del 1993 diretto da Ricky Tognazzi. La didascalia iniziale indica che il film è «liberamente ispirato ai fatti accaduti al giudice Francesco Taurisano e agli uomini della sua scorta». Il film racconta la vicenda di un magistrato che conduce un'inchiesta in Sicilia, e le vicende degli uomini della sua scorta.







Alla Procura della Repubblica di Trapani è appena stato trasferito da Varese il magistrato Michele De Francesco con l'incarico di sostituto procuratore, subentrando al collega Rizzo, appena ucciso. Qui gli viene presentato il brigadiere Andrea Corsale, capo della sua nuova scorta, di cui fanno parte gli appuntati Angelo Mandolesi e Raffaele Frasca, il carabiniere Fabio Muzzi e l'autista Nicola Torre, che conoscerà la mattina dopo. Il clima locale per i nuovi arrivati è tiepido: il giudice De Francesco è accolto con sospetto da un impiegato della Procura, Polizzi, che parla male di lui a Corsale; la scorta, inoltre, dispone di una sola auto blindata, di solo due giubbotti antiproiettile per tutti i carabinieri, e ha la benzina razionata. Una mattina addirittura il motore dell'auto blindata cede sotto casa del magistrato, e la scorta deve dividersi, con Muzzi, Corsale e Frasca nell'altra macchina insieme al procuratore, mentre Mandolesi e Torre aspettano l'auto blindata sostitutiva. De Francesco riprende l'inchiesta del predecessore sulla concessione delle forniture idriche a imprese private, scoprendo presto delle irregolarità e dispone il sequestro dei pozzi, che sono le sole fonti di approvvigionamento idrico di Trapani. Assume anche l'indagine sulla costruzione di una nuova diga, che sembra coinvolgere il viceprefetto Scavone e il boss mafioso locale Giuseppe Mazzaglia. La sua attività fa molto rumore: la scrivania del suo ufficio viene forzata, i suoi documenti importanti spariscono nell'indifferenza di Polizzi, il solo custode delle chiavi degli uffici, e il procuratore capo Caruso gli toglie l'inchiesta, che continua lo stesso a condurre da solo: ormai si fida solo della sua scorta, diventata nel frattempo quasi una seconda famiglia. Saranno loro a trascrivere le intercettazioni, effettuare i pedinamenti e battere a macchina i verbali. Questo aumenta l'ostilità del personale della Procura nei suoi confronti, che protesta con Caruso. La "squadra" del giudice De Francesco fa progressi e scopre un altro personaggio sospetto: è il politico Nestore Bonura, l'unico che aveva difeso pubblicamente il magistrato per il sequestro dei pozzi. Altri ostacoli vengono però frapposti tra De Francesco e la verità: all'uscita da un ristorante sul lungomare, una bomba montata su una delle due auto, destinata alla giovanissima figlia del magistrato (accompagnata dalla scorta), uccide Frasca e attira anche l'attenzione del procuratore Caruso, a pranzo nello stesso ristorante, quando invece avrebbe dovuto incontrare in ufficio De Francesco per l'inchiesta. Pochi giorni dopo viene ucciso in un agguato anche il deputato Bonura con l'agente di scorta. Si avvicina la fine dell'avventura del magistrato: il procuratore capo Caruso, dopo la morte di Bonura, ha inviato al Consiglio Superiore della Magistratura una denuncia contro De Francesco per «manifesta incompatibilità ambientale», che è stata accolta e che comporta il trasferimento immediato suo e dei carabinieri della scorta. Caruso non sa però che De Francesco lo ha denunciato a sua volta e, di fronte al rischio di un provvedimento contro di lui, preferisce il prepensionamento.

Tromba d'aria Sottomarina Chioggia 04 06 2016

domenica 14 febbraio 2016

CHI HA VINTO IL FESTIVAL DI SANREMO?

I vincitori di Sanremo sono gli Stadio con una canzone dal titolo 'Un giorno mi dirai'.


 Il gruppo è formato da Giovanni Pezzoli, Roberto Drovandi e Gaetano Curreri.
Sui gradini più alti del podio, oltre ai già citati Stadio ad occupare il gradino n.1, troviamo come seconda classificata Francesca Michielin, con il pezzo "Nessun grado di separazione". 


In terza posizione, Giovanni Caccamo e Deborah Iurato che hanno presentato una canzone intitolata "Via da qui".


 Francesco Gabbani, giovane vincitore nella sezione "Nuove Proposte", ha riscaldato l' atmosfera della finalissima di Sanremo 2016 esibendosi con la canzone prima classificata nel gruppo giovani: "Amen". Subito dopo l'esibizione di Gabbani è arrivato il momento dei collegamenti da New York, con il gruppo Il Volo, indimenticabili vincitori dell'edizione dello scorso anno.
 Tra i principali ospiti d'onore ricordiamo Cristina D'Avena la quale ci ha fatto rivivere lo Zecchino d'oro di alcuni anni fa, Roberto Bolle, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni 


Classifica finale 66° edizione del Festival di Sanremo: 


Enrico Ruggeri conquista la 4° posizione in classifica con con "Il primo amore non si scorda mai".

Lorenzo Fragola al 5° posto con il pezzo "Infinite volte"

Patty Pravo conquista un 6° posto con il pezzo "Cieli immensi" 


Clementino si posiziona al 7° posto con la canzone "Quando sono lontano" 


Noemi si classifica all’8° posto con il pezzo "La borsa di una donna" 


Rocco Hunt conquista il 9° posto con  "Wake Up" 


In 10° posizione Arisa con la canzone "Guardando il cielo".



sabato 13 febbraio 2016

SANREMO 2016, FRANCESCO GABBANI VINCITORE SANREMO GIOVANI 2016 CON "AMEN"


Sanremo 2016, Francesco Gabbani vincitore Sanremo Giovani 2016 con "Amen" by Film e Video Gratuiti

Sanremo2016, il trionfo di Gabbani: da escluso a doppio vincitore.


 La canzone di Francesco Gabbani che ha vinto il concorso “nuove proposte” si intitola "Amen", ed è stata scritta dallo stesso Gabbani, che canta da solista dal 2010 dopo anni nei Trikobalto.


Francesco Gabbani, cantautore toscano di 33 anni, ha vinto la selezione delle “nuove proposte” del Festival di Sanremo 2016 (è quello che da anni viene informalmente chiamato il “concorso giovani”). Gabbani ha vinto con la canzone “Amen”, e oltre al premio della rassegna “nuove proposte”, ha vinto anche il premio della critica “Mia Martini” per le nuove proposte. 


Quest’anno per la sezione “nuove proposte” c’erano in gara otto artisti: lo scorso anno la stessa gara era stata vinta da Giovanni Caccamo con “Ritornerò da te”.

ELISA SUPER OSPITE A SANREMO 2016


Elisa Super ospite a Sanremo 2016 by Film e Video Gratuiti

Elisa torna a Sanremo 2016 come super ospite della quarta serata di venerdì 12 febbraio a distanza di quindici anni dalla sua unica partecipazione alla kermesse canora più famosa d’Italia. 

Era il 2001 quando Elisa sul palco del Teatro Ariston presentò il brano Luce (tramonti a nord est) con cui vinse quell’edizione del Festival. E proprio sulle note di Luce fa il suo ingresso alla quarta serata del Festival di Sanremo 2016.




Dopo il grande ritorno di Laura Pausini e la sua esibizione da record, dopo il successo di Eros Ramazzotti e il debutto dei Pooh riuniti, tocca anche a Elisa tornare sul palco che ha decretato il suo trionfo nel 2011. 

 Super ospite appaluditissima e acclamata dai fan, Elisa porta sul palco dell’Ariston un medley dei suoi più grandi successi e il suo nuovo singolo No Hero, primo singolo estratto dal suo nono album.

venerdì 12 febbraio 2016

SANREMO 2016, VIRGINIA RAFFAELE IMITA BELEN

Virginia Raffaele imita Belen nella penultima serata di Sanremo 2016

Belen appare sulle scale dell’Ariston indossando i panni di una suora e poi dialoga con Conti.





 Belen ha pensato a come stupire il pubblico e poi ha deciso di indossare l’abito da suora perchè “è carnevale” e “l’ingresso semi nuda l’ho già fatto” e volevo stupire. Quando Carlo Conti le ha fatto notare che Carnevale è finito, Belen-Virginia ha strappato le vesti mostrando che sotto il vestito da suora indossava un abitino ultra sexy.

SANREMO 2016, I POOH SUL PALCO DELL'ARISTON PER I LORO 50 ANNI DI CARRIERA


Sanremo 2016 - I Pooh sul palco dell'Ariston per i loro 50 anni di carriera by Film e Video Gratuiti




I Pooh si sono esibiti come ospiti nella terza serata del Festival di Sanremo 2016. 





I Pooh tornano con la formazione storica a Sanremo 2016 per festeggiare i 50 anni di carriera con il medley: Dammi solo un minuto, Tanta voglia di lei, Piccola Katy, Noi due nel mondo e nell'anima,Pensiero,Chi fermerà la musica. 

Carlo Conti, dopo una breve intervista, ha chiesto al gruppo di cantare un'ultima canzone, "Uomini soli". Momento di grande emozione, soprattutto quando alla fine  Riccardo Fogli ha abbracciato, commosso, uno dei suoi colleghi.

SANREMO 2016, VIRGINIA RAFFAELE NEI PANNI DI DONATELLA VERSACE


Sanremo2016, Virginia Raffaele nei panni di Donatella Versace by Film e Video Gratuiti



Dopo aver indossato i panni della Ferilli e di Carla Fracci, Virginia Raffaele supera sé stessa e regala una straordinaria imitazione di Donatella Versace a Sanremo 2016. 

Una trasformazione incredibile e una somiglianza eccezionale. 







Di nuovo un’interpretazione fortunata per la Raffaele che scherza sull’abbronzatura di Carlo Conti: «Bello il tuo look. È total black?». A fine esibizione le si stacca un orecchio posticcio: «Nooo - la reazione - ho fatto il tagliando a dicembre». 

Risate assicurate per il pubblico dell'Ariston e per gli spettatori a casa.

giovedì 11 febbraio 2016

SANREMO 2016, VIRGINIA RAFFAELE IMITA CARLA FRACCI


Sanremo 2016, Virginia Raffaele imita Carla Fracci 

by Film e Video Gratuiti


Lunedì sera Virginia Raffaele si è presentata sul palco di Sanremo nei panni di Sabrina Ferilli. Per la seconda serata del Festival, l'imitatrice che sta incantando gli italiani ha regalato ai telespettatori l'imitazione di un mito della danza mondiale, l'étoile di prima grandezza, Carla Fracci.




Vestita in bianco, ha dato vita a un personaggio dal parlare antico. «Saluto questa storica saga e anche la banda» ha detto rivolta all’orchestra. Tra ricordi di scherzi crudeli e la convinzione di dover ritirare un premio, Virginia Raffaele-Carla Fracci ha regalato una battuta da applausi quando è stata chiamata a leggere la presentazione. Ha scorso il testo, poi si è rivolta a Conti: «ho capito. Possiamo ascoltarlo».

SANREMO 2016, EZIO BOSSO LA STANDING OVATION PIU' COMMOVENTE


Sanremo 2016, Ezio Bosso la standing ovation più commovente by Film e Video Gratuiti



Uno straordinario Ezio Bosso ieri sera al Festival di Sanremo
Pianista, compositore e musicista, affetto da una grave malattia, ieri sera ha commosso, emozionato e divertito il Teatro Ariston con la sua ironia e simpatia.


Ezio Bosso, il pianista che sognava di suonare a Sanremo, è uscito tra il boato del pubblico, dopo aver conquistato l'Ariston con un'esibizione da brivido.

Il direttore d'orchestra ha incantanto la sala con "Following a bird", con cui inizia tutti i suoi concerti.


Ancora poco conosciuto nel nostro Paese, Bosso ha conquistato anche il pubblico a casa con le sue perle:


"Quando inizio i concerti dico 'Ciao', è una parola bellissima"

"La musica siamo noi, la musica è una fortuna che condividiamo"

"La musica è una vera magia, non a caso i direttori d'orchestra hanno la bacchetta come i maghi"

"Perdersi per imparare a seguire"

“Ricordatevi che la musica è come la vita, si può fare solo insieme”



L'artista è noto al pubblico del cinema per le colonne sonore degli ultimi film di Gabriele Salvatores.


Facebook e Twitter l'anno già nominato Vincitore del Festival di Sanremo 2016

SANREMO 2016, EROS RAMAZZOTTI: MEDLEY E ROSA NATA IERI

Sanremo, Eros Ramazzotti: "I figli fanno famiglia, e la famiglia è fondamentale, qualsiasi essa sia" 


Il cantante si è presentato sul palco tenendo un nastro arcobaleno in mano: "I figli fanno famiglia, e la famiglia è fondamentale, qualsiasi essa sia" Come Laura Pausini ieri, anche il superospite italiano di oggi è entrato nel dibattito sulle unioni civili. 


Eros Ramazzotti, dopo un lungo medley dei suoi più grandi successi, "Terra promessa", "Una storia importante", "Adesso tu", "Più bella cosa", si è seduto sui gradini del palco dell'Ariston per fare una chiacchierata con il conduttore Carlo Conti, ripercorrendo così trent'anni di carriera. 



Parlando poi della nuova splendida compagna del cantante, i due hanno continuato il discorso su mogli e famiglie e a questo punto Eros Ramazzotti ha espresso la sua idea di famiglia: "I figli fanno famiglia, e la famiglia è fondamentale, qualsiasi essa sia". "Questa cosa che porto qui è importante", dice mostrando il nastro arcobaleno - lanciatogli dalla moglie Marica Pellegrinelli, in prima fila - che ha lungamente sventolato durante la sua performance, applauditissima dal pubblico tutto in piedi. "Ognuno tira su i propri figli a modo suo: la cosa fondamentale - insiste Eros, che ha da poco avuto il terzo figlio, il primo maschio - è dare loro la giusta educazione, il giusto insegnamento. Bisogna crescerli dritti, altrimenti da grandi non li raddrizzi più". Poi il cantante si è cimentato con il nuovo singolo "Rosa nata ieri". Standing ovation del pubblico. 

Fonte: Il Giornale

mercoledì 10 febbraio 2016

LAURA PAUSINI CANTA "SIMILI" A SANREMO 2016





Laura Pausini canta 'Simili' a Sanremo 2016 by Film e Video Gratuiti



Laura Pausini a Sanremo 2016. L'emozione 23 anni dopo la vittoria







Una emozionatissima Laura Pausini, ospite del Festival di Sanremo 23 anni dopo la vittoria che ha lanciato la sua carriera, ha cantato un medley di classici, "Vivimi", "Strani amori", "Invece no". Poi, il duetto virtuale con la Laura ragazzina che ha vinto il festival con "La solitudine". La giacca è la stessa della finale del '93. Chiusura con "Simili", un brano del suo ultimo album. "Siamo simili, dobbiamo proteggerci non dividerci", ha detto la cantante.

ELTON JOHN OSPITE ALLA PRIMA SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO





Elton John sanremo 2016 by Film e Video Gratuiti



Elton John, il famosissimo cantante e compositore inglese, è stato tra gli ospiti della prima serata del Festival di Sanremo 2016, insieme all’atleta italiano 99enne Giuseppe Ottaviani, al cantante francese Maître Gims, ai comici Aldo Giovanni e Giacomo, alle attrici Kasia Smutniak e Anna Foglietta e a Laura Pausini. La prima serata del Festival, durante cui hanno cantato le loro canzoni inedite i primi dieci artisti in gara nella categoria “campioni”, è andata in onda martedì 9 febbraio a partire dalle 20,42 ed Elton John è stato il quarto ospite della serata e ha cantato tre canzoni accompagnandosi con il pianoforte e si è poi fatto intervistare brevemente da Carlo Conti. 



Festival della Canzone Italiana, Prima Serata


Elton John è uno dei musicisti più famosi al mondo: dal 1962 ha venduto più di 400 milioni di dischi in 53 anni di carriera. È stato uno dei primi musicisti famosi a livello mondiale a dichiarare la sua omosessualità e da anni interviene a favore dei diritti delle persone omosessuali e in diverse iniziative di beneficenza. Nel 1998 è stato nominato Cavaliere dalla regina Elisabetta, quindi è “Sir Elton John”. Ieri sera, al Festival, ha cantato Sorry seems to be the hardest word, Your song e una canzone del suo nuovo disco appena uscito, Blue wonderful.



Fonte : Post.it

martedì 9 febbraio 2016

BEYONCE' QUASI CADE SUL PALCO DEL SUPER BOWL 2016



Beyoncé infiamma il pubblico del Super Bowl 50 con Bruno Mars e i Coldplay, ma per poco non finisce lunga e distesa sul palco.  

Beyoncé è stata una delle protagoniste del Super Bowl 50 2016: la regina del pop si è esibita nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo, come da tradizione della serata che vede i “big” della musica gettonatissimi per lo show di “halftime”. Ma poco ci è mancato che la bellissima Beyoncé non collezionasse una figuraccia globale durante il Super Bowl 2016: durante una complicata serie di passi, la cantante scivola da un tacco e per poco non finisce a gambe all’aria sul palco. Fortunatamente Beyoncé è in gran forma: lo sbilanciamento è stato camuffato da un saltello, che però non è passato inosservato alle telecamere. 





A parte questo piccolo contrattempo, Beyoncé ha letteralmente fatto fuoco e fiamme sul palco del Levi’s Stadium di Santa Clara, in California, esibendosi con Bruno Mars e con i Coldplay in uno show veramente esplosivo durato quasi quindici minuti.

SUPERBOWL: LADY GAGA REGINA PRE-PARTITA CANTA INNO USA







"Cantare l'inno e' il sogno di una vita, il massimo" 


Cantare l'inno americano per il Superbowl e' il ''sogno di una vita''. Lo afferma Lady Gaga, regina del pre-partita fra i Denvers Broncos e i Carolina Panthers, in un'intervista a Nfl.com. ''Ho sempre voluto cantare l'inno durante un importante evento sportivo fin da quando ero bambina, e farlo per il Superbowl e' il massimo'' mette in evidenza Lady Gaga, precisando che la cantante che a suo avviso ha avuto la migliore performance con l'inno al Superbowl e' stata Whitney Houston. ''Quando ero piccola salivo su una scala e cantavo la sua versione. A casa piu' cantavo e piu' mio padre mi diceva 'Stai migliorando'. Quindi ora cantarlo all'America e' fantastico''



Lady Gaga vestita in un completo pantalone rosso canta l'inno nazionale americano aprendo il Superbowl 50, l'incontro fra i Denver Broncos e i Carolina Panthers. La star 'regina' dello stadio indossa scarpe con la zeppa rosse bianche e blu come la bandiera statunitense. 


La performance di Lady Gaga viene promossa a pieni voti dalla rete: su Twitter son in migliaia coloro che, con i cinguettii, elogiano la cantante.

LE IENE: ABUSIVE LE CASE DI SINDACO E ASSESSORE M5S A BAGHERIA





Le Iene: abusive le case di sindaco e assessore M5S a Bagheria by Film e Video Gratuiti



Le Iene: “Abusive le case di sindaco e assessore M5s a Bagheria”. La replica: “Colpe dei padri non ricadano sui figli” 

La palazzina della famiglia di Patrizio Cinque in un parco soggetto a vincolo paesaggistico assoluto. La repilica su Facebook del primo cittadino: "Costruita prima, già sanata". Al titolare dell'Urbanistica contestato un deposito attrezzi trasformato in una villa di metratura tripla: "Già avviato iter regolarizzazione". La difesa: "Abusi compiuti dai nostri genitori, non siamo in Svizzera. Attacco politico dai dipendenti di Berlusconi"


 Il sindaco e un assessore 5 Stelle del Comune di Bagheria (Palermo) vivono in case abusive. Lo rivela un servizio delle Iene di Italia Uno andato in onda la sera del 7 febbraio, lo ammette il sindaco stesso, Patrizio Cinque, classe 1985, in un video pubblicato su Facebook all’indomani della trasmissione. In entrambi i casi, sostiene, gli abusi sono riconducibili ai genitori e “le colpe non devono ricadere sui figli”. Per la palazzina della propria famiglia, il sindaco afferma che si tratti di un abuso già sanato, circostanza rimasta in sospeso nel servizio delle Iene, che anzi definisce l’abuso “insanabile” per la presenza di un vincolo paesagisstico assoluto. Nel caso dell’assessore all’urbanistica Luca Tripoli, “il padre ha avviato l’iter per regolarizzare la costruzione fatta senza autorizzazione”. E comunque, ricorda il sindaco ai “dipendenti di Berlusconi” che hanno realizzato il servizio – firmato da Giulio Golia – Bagheria “non è la Svizzera, dove le regole sono sempre state rispettate”. Di fronte a un possibile nuovo caso Quarto in un altro territorio difficile amministrato dai 5 Stelle al Sud, il sindaco accusa le Iene di aver ordito “un attacco politico”. E all’indomani della puntata si registrano reazioni dal fronte Pd, fra le quali quella del senatore Stefano Esposito: “Anche a Bagheria si dimostra l’inadeguatezza delle amministrazioni dei 5 stelle. Non c’è una amministrazione che non faccia danni o che non inciampi in qualche ‘mattone’. Aspettiamo qualche video del direttorio che non vede, non sente, non parla in cui ci spieghino cosa accade. A Quarto si trattava di camorra e non lo hanno fatto mentendo”. 


 Il servizio delle Iene parte dalle ville e palazzine spuntate nel settecentesco parco di Villa Valguarnera, sottoposto a vincoli di inedificabilità assoluta, diventate un caso internazionale, oggetto fra l’altro di un’inchiesta della tv canadese sulla “Mafia road“. Ossia via Sofocle, dove al di fuori di ogni permesso urbanistico hanno editificato le loro dimore Gino di Salvo, considerato il reggente del clan locale, Sergio Flamia, oggi collaboratore di giustizia protagonista del processo sulla trattativa Stato-mafia, e Salvatore Butitta, accusato di aver procurato il tritolo per la strage Borsellino. Qui, inoltre, ha passato parte della sua quarantennale latitanza il boss Bernardo Provenzano. Diversi pentiti raccontano che in casa di Di Salvo si svolse una riunione per organizzare la strage di via D’Amelio. Sullo sfondo, l’incredibile storia della villa, oggi di proprietà della principessa Vittoria Alliata di Valguarnera, che oggi si batte per ripristinare la legalità: 187 cause giudiziarie, racconta alle Iene la principessa, che fu la prima traduttrice italiana di “Il Signore degli Anelli” di JR Tolkien, non sono servite a nulla. Negli anni Settanta, continua, si fece la villa all’interno del parco persino il custode giudiziario nominato dal Tribunale in seguito a una controversia sull’eredità. E nel 2013 proprio i 5 Stelle, non ancora al governo nella città raccontata da Dacia Maraini, presenterano interrogazioni in Assemblea regionale e in parlamento. 


 Secondo Le Iene, i due attuali amministratori dell’M5S vivono oggi in abitazioni abusive “non sanate e non sanabili”. Il sindaco Cinque sta in una palzzina, interamente di proprietà della famiglia, all’interno del parco vincolato Villa Serradifalco. Mentre all’assessore tecnico Tripoli, le Iene contestano la trasformazione di un “annesso agricolo” – una sorta di deposito attrezzi – di 37 metri quadri trasformato in uan villa da 120 metri quadri. Nel servizio, Cinque afferma che l’abuso che lo riguarda “è stato condonato”, ma alla richiesta della relativa documentazione replica che si tratta di carte “private”. Alla fine promette di farle avere al giornalista che però, a fine servizio, sostiene di non averle mai ricevute. Nel video su Facebook, il sindaco afferma che il vincolo di inedificabilità assoluta in quella fetta di parco è stato imposto solo nel 1994, quando la palazzina abusiva era già stata costruita, dunque è stato possibile sanarla. Simile la reazione dell’assessore Tripoli: “Non è vero”. 


Poi spiega a Golia di aver avviato la pratica per la regolarizzazione, non ancora concessa dalla soprintendenza perché “stiamo procedendo agli ademipimenti richiesti”. Le Iene sollevano un piccolo giallo anche su questa richieste: secondo l’assessore datate 2013, quando la giunta M5s non esisteva ancora, datate 2014, a giunta già in sella, secondo le Iene. Anche in questo caso, sostiene Golia, le carte promesse non sono mai arrivate.



Fonte: Il Fatto Quotidiano

lunedì 8 febbraio 2016

IL MEGLIO DI FICARRA E PICONE: I VIDEO PIU' DIVERTENTI





I video più divertenti di Ficarra e Picone

by Film e Video Gratuiti



Ficarra & Picone è un duo comico italiano, composto da Salvatore Ficarra (Palermo, 27 maggio 1971) e Valentino Picone (Palermo, 23 marzo 1971) e reso celebre dal programma televisivo Zelig Circus. Salvo Ficarra e Valentino Picone nascono artisticamente nel 1993 quando, insieme all'amico Salvatore Borrello fondano il trio dei Chiamata Urbana Urgente. Siciliani, portano in giro la loro sicilianità: i personaggi che interpretano sono spesso ispirati a fatti e persone che esistono veramente. Soltanto nel 1998, rimasto un duo, diventano Ficarra & Picone. Nel 1999 hanno preso parte a Gnu, Rai Tre, di Bruno Voglino. Nel 2000, sempre su Rai Tre, sono su Zero a zero di Gennaro Nunziante, mentre nel 2001 è la volta de L'ottavo nano, Rai Due, di Serena Dandini e Corrado Guzzanti. Un anno fortunato, che li vede anche protagonisti su Tele +, che decide di trasmettere lo spettacolo di teatro – cabaret Vuoti a perdere di cui sono anche autori. Nel 2001 esce nelle sale Nati stanchi, il primo film di Ficarra & Picone (Rodeo Drive e Rai Cinema). Tra 1999 e 2002 girano l'Italia con lo spettacolo teatrale Vuoti a perdere. Nella stagione 2001/2002 curano i collegamenti dallo stadio la Favorita di Palermo per il programma Quelli che il calcio, condotto da Simona Ventura su Rai Due e continuano nella stagione successiva. Nel 2003 partecipano ad alcune puntate di Mai dire domenica, il programma condotto dal mago Forest e dalla Gialappa’s Band in onda la domenica sera su Italia 1. Nel 2003 è anche la volta di Diciamoci la verità con la regia di Giambattista Avellino, un fortunato spettacolo che si può raccontare come uno “sguardo sul mondo” apparentemente distaccato e racchiuso nella loro “sicilianità”. Trovano spazio, naturalmente, tra gli altri personaggi, i due siciliani “nati stanchi” proposti a Zelig che chiacchierano svogliatamente affrontando problemi sia familiari sia dell'Italia intera, e i panchinari dell'Inter. Nel giugno 2003 esce il loro libro Stanchi, edito da Kowalski, che racconta tutto quello che hanno detto e avrebbero voluto dire i due notissimi personaggi dei siciliani "nati stanchi", proposti a Zelig Circus. A novembre 2003 esce la videocassetta dello spettacolo Vuoti a perdere, unitamente al libro (Kowalski Editore, 2003). È del 2005 la tournée che certifica la loro maturazione artistica con lo spettacolo Sono cose che capitano. Un tessuto drammatico, una suddivisione in 3 microatti con epilogo finale che si allontana dagli stereotipi classici del cabaret per affacciarsi a pieno titolo sulla commedia. Una consacrazione per il duo comico che registra il sold out in tutti i teatri d'Italia. Nel marzo 2005 è uscito il nuovo libro Diciamoci la verità (pubblicazione con dvd allegato, edito da Mondadori) nel quale raccolgono gli sketch dell'omonimo spettacolo. Dal 25 al 30 aprile 2005 fanno il loro esordio come conduttori, per una settimana, dietro il bancone di Striscia la notizia. Nella stagione 2005 sono stati incontrastati protagonisti di Zelig Circus. Alla fine dello stesso anno sono protagonisti della prima serata di Canale 5 per due venerdì con il loro primo “two man show” Ma chi ce lo doveva dire!? che ottiene un grande successo in termini di auditel e critica. Dal 27 marzo al 10 giugno 2006, siedono nuovamente come conduttori dietro il prestigioso bancone di Striscia la notizia. Nella stessa stagione partecipano come ospiti alla seconda serata del Festival di Sanremo 2007 condotto da Pippo Baudo e Michelle Hunziker. Il 16 marzo 2007 è uscito il loro secondo film Il 7 e l'8 che li ha visti protagonisti e registi (con Giambattista Avellino). Dieci milioni l'incasso totale. Dal 2 aprile al 9 giugno 2007 tornano per la terza volta a condurre Striscia la notizia. A novembre 2007 esce nelle librerie edito da Mondadori il cofanetto (DVD e libro) dell'ultimo spettacolo teatrale Sono cose che càpitano. Dal 31 marzo al 7 giugno 2008 siedono nuovamente dietro il bancone di Striscia la notizia. A marzo 2009 è uscito il loro terzo film La matassa, che ha registrato un incasso totale di 9 milioni di euro. Nel settembre dello stesso anno, sono tra gli attori protagonisti del film di Giuseppe Tornatore, Baarìa, dove per la prima volta recitano separatamente e con ruoli non comici. Dal 30 marzo al 6 giugno 2009 hanno condotto la quinta edizione consecutiva di Striscia la notizia. Dal 29 marzo al 5 giugno 2010 hanno condotto per la sesta stagione il TG satirico di Antonio Ricci. Dopo quattro anni di assenza dalle scene teatrali, sono tornati da ottobre 2010 in giro nei piccoli teatri d'Italia a testare e rodare il loro nuovo spettacolo, Apriti cielo. Nell'edizione di Zelig 2011 sono tra i protagonisti della trasmissione portando in scena due avvocati “Angelino” e “Niccolò”. A febbraio 2011 sono tornati al cinema per il nuovo film di Fausto Brizzi, Femmine contro Maschi. Nell'edizione 2011 di Striscia la notizia hanno condotto il segmento finale della trasmissione per il settimo anno consecutivo dal 28 marzo al 4 giugno 2011. Nel novembre del 2011 sono tornati alla regia del loro 4° film Anche se è amore non si vede, che ha riconfermato il successo del duo comico al cinema. Hanno ripreso in mano anche il teatro, con unica tappa del nuovo spettacolo Apriti cielo che ha debuttato al Teatro Ambra Jovinelli di Roma il 1º marzo 2012 e dove è rimasto per 10 giorni. Per l'ottavo anno, anche nel 2012 sono protagonisti della parte finale della stagione di Striscia la notizia dal 2 aprile al 10 giugno 2012. Da luglio 2012 fino a gennaio 2014 sono stati protagonisti del loro tour teatrale con lo spettacolo Apriti cielo, che ha registrato il sold out nelle centinaia di repliche nei teatri di tutt'Italia. Dal 25 marzo al 15 giugno 2013 sono tornati alla conduzione di Striscia la Notizia per il nono anno. Dal 3 marzo al 7 giugno 2014 per il decimo anno tornano al bancone di Striscia la notizia. Nell'estate 2014 il loro quinto film, Andiamo a quel paese, prodotto da Tramp Limited e Medusa Film, li vede nel doppio ruolo di registi e attori protagonisti. Il 13 novembre 2014 conducono una puntata di Zelig, in onda su Canale 5. Dal 23 febbraio al 6 giugno 2015 tornano come conduttori di Striscia la Notizia per l'undicesimo anno. Torneranno ancora a Striscia la Notizia per il dodicesimo anno dall'8 febbraio al 4 giugno 2016.



Fonte : Wikipedia

CADUTA GERRY SCOTTI A STRISCIA LA NOTIZIA





Caduta Gerry Scotti a Striscia la Notizia by Film e Video Gratuiti



GERRY SCOTTI SFONDA IL BANCONE DI STRISCIA LA NOTIZIA 


Nel 1999 quando era ancora in voga la presentazione dei “titoli” del telegiornale satirico fatta “qualche metro sopra” il tradizionale bancone, il conduttore dopo aver adempiuto alle mansioni appena citate usava lanciarsi in studio “atterrando” sulla lunga scrivania per procedere con lo spettacolo. In realtà c’è chi asserisce che l’accaduto è il frutto di una scenetta preparata ad arte. In effetti, a ben guardare, qualche “indizio” nel video si potrebbe trovare ma è altrettanto vero che la simpatica abitudine non è più tale ormai da qualche anno.

STRISCIA LA NOTIZIA: QUESTA SERA TORNANO FICARRA E PICONE





Tocca a Ficarra e Picone raccogliere la staffetta della conduzione e portare Striscia la Notizia fino alla fine dlela stagione televisiva, mantendo alti gli ascolti stagionali. La coppia di comici siciliani approda infatti questa sera dietro il bancone del tiggì satirico e ci resterà fino all'ultima puntata, prevista per il 4 giugno prossimo. 


Ficarra e Picone a Striscia la Notizia 


Il patron di Striscia la Notizia, Antonio Ricci, scommette dunque anche quest'anno su Salvatore Ficarra e Valentino Picone, che festeggiano così la loro dodicesima stagione come conduttori del programma cult di Canale 5: la prima volta fu infatti nella stagione tv 2004-2005 e da allora, visto il successo conclamato, sono stati riconfermati tutti gli anni. La ventottesima edizione di Striscia, intanto, continua a macinare ottimi numeri: il record stagionale è stato registrato il 25 gennaio scorso, con un picco di oltre 9 milioni di ascoltatori. 


 Il bilancio di Hunziker e Greggio 


 Sabato scorso si è conclusa la variegata staffetta dei conduttori, cominciata a settembre con Maria De Filippi in coppia con Michelle Hunziker. "Sono molto emozionata e felice per i risultati: un ritorno col botto per me! Anche questa ventottesima edizione di Striscia è stata una stagione stupenda, con un pubblico che conferma l'appuntamento quotidiano con interesse e calore", ha commentato la showgirl che fino a sabato ha condotto con Ezio Greggio. "Conduco questa trasmissione da 28 anni, ma per me ogni volta è un’emozione immensa sedermi dietro al bancone con il mio grande socio Enzino o con la mia nuova socia Michelle. Non cambierei Striscia con nessuna trasmissione al mondo, neppure con il Festival di Sanremo", chiosa soddisfatto Greggio.



Fonte: Panorama

sabato 6 febbraio 2016

GABRIEL GARKO DOPO L'INCIDENTE: "QUELLO CHE PROVO RIMARRÀ SOLO MIO". A SANREMO L'ATTORE CI SARÀ



L'attore su Facebook


"Ciò che è successo mi ha cambiato, ma non so come"



Quello che è successo mi ha inevitabilmente cambiato e non so ancora come... vi voglio ringraziare per l'affetto che mi avete dimostrato e invitarvi a condividere con me lo stesso affetto e rispetto per chi non è stata fortunata come me". Sono le prime parole di Gabriel Garko, affidate a Facebook, diffuse dopo il ferimento dell'attore nell'esplosione della casa dove alloggiava a Sanremo che ha provocato la morte di una donna. "Allo stesso tempo anche se forse qualcuno non sarà d'accordo, quello che provo e che penso rimarrà solo mio", ha aggiunto Garko che ha sciolto la riserva sulla sua presenza e sarà quindi accanto a Carlo Conti al Festival di Sanremo, al via martedì prossimo.


Fonte : Rai News

UOMINI E DONNE, ROSSELLA INTELLICATO ABBANDONA IL TRONO?




La tronista, ex concorrente del Grande Fratello, abbandona il programma pomeridiano di Canale 5 dopo una lite con l'opinionista (video delle precedenti) e a causa di un corteggiatore.

Rossella Intellicato, concorrente del Grande Fratello 14 e successivamente tronista a Uomini e Donne, ha abbandonato il programma pomeridiano di Canale 5 condotto da Maria De Filippi. Lo ha ufficializzato lei stessa sul profilo Instagram: “Ciao a tutti… dove eravamo rimasti ??? L’uso della violenza non solo verbale ma anche fisica mi ha costretta, mio malgrado, a lasciare il programma, ma tale circostanza non mi fa sentire tranquilla e serena… Grazie a tutti per la comprensione e l’affetto che mi avete dimostrato in molti…".

Ma cosa era successo nella registrazione dell'ultima puntata (che non è ancora andata in onda)? Come si legge sul sito ufficiale l'altra tronista Ludovica Valliraggiunge il corteggiatore Fabio Ferrara in camerino, gli dice di non farcela più a vederlo uscire anche con Rossella, lui replica che vede solo quello che vuole vedere e, dopo un vivace scambio di idee, le conferma che finchè non è sicuro non cambierà atteggiamento, le chiede che differenza c’è fra loro due e lei ribadisce che, se continuerà la frequentazione con Rossella lo eliminerà, i toni sono altissimi.

In studio Fabio si scusa per i toni e vuole sapere perché la tronista ha annullato l’esterna, lei risponde che non ce n’era più la ragione. La conduttrice spiega che la tronista ha cambiato idea quando ha saputo che è andato a ballare con Amedeo e soprattutto dopo la sua esterna con Filippo.

Finita la puntata precedente, Rossella va in camerino da Fabio, vuole sapere se è vero che, eliminato da Ludovica, se ne andrebbe. Lui torna un po’ sulla sua posizione, lo avrebbe detto perché si sente un po’ in colpa nei suoi confronti e invece ribadisce di essere incuriosito da Rossella che vuole capire chi ha di fronte e i due si abbracciano. In studio i tre attori della vicenda discutono fra loro e Tina Cipollari dichiara di detestare l’atteggiamento di Fabio che fa il pascià in mezzo a due donne, dopotutto lui è un ragazzo qualunque... Sicuro che Ludovica lo porterà in esterna, organizza un'esterna per Rossella: l’aspetta a cena in un ristorante e, fra le tante cose, le dice che con una donna vuole anche il confronto mentale, con Ludovica manca perché lei è ragazzina. Tornati in studio Ludovica ribadisce: "Per me può andare a casa, si è dichiarato". Rossella vuole ballare con lui.

Interno con caminetto per l’incontro con Livio, i due sembrano molto a proprio agio e lei evita per un soffio il bacio che lui le darebbe. In studio Fabio dice che si aspetta anche altre esterne simili e Tina non perde l’occasione per ironizzare sul suo grande turbamento. Lorenzo invece si sorprende perché ricorda che lei aveva detto che non si buttava in braccio alle persone dopo due sole esterne, la tronista dichiara di essere stata molto bene con Livio. Maurizio, dal parterre, sostiene che Livio è impassibile in studio ma Rossella sdice che per lui parlano gli occhi.

Lorenzo sorprende Ludovica, andando a trovarla a casa sua, tra una parola e l’altra (spesso su Rossella e il suo riferimento ai social) lui cerca di farle capire, in ogni maniera, che per Fabio rischia di perdere altre persone, tiene molto a lei e si lasciano con un grande abbraccio.

In studio Rossella replica ai commenti di Ludovica e fra le due scatta un nuovo duello verbale senza esclusione di colpi, al quale si unisce Tina che non le fa passare nulla, così Rossella, dopo uno scambio di pugni (reali o virtuali?) con l’opinionista lascia lo studio ma, quando rientra, è per comunicare che se ne vuole andare definitivamente perché non viene qui a fare il circo, inoltre manda via tutti i ragazzi che ancora una volta non hanno fatto una piega in suo soccorso, tranne Alessandro che l’ha raggiunta nel backstage…

Ma nel programma, salvo ripensamenti, non tornerà neanche lei...


Fonte: Reality Show


venerdì 5 febbraio 2016

BELEN RIFIUTA IL TAPIRO DI STRISCIA LA NOTIZIA E CHIAMA I CARABINIERI


Belen rifiuta il tapiro di Striscia La Notizia e chiama i Carabinieri by Film e Video Gratuiti



Dopo il servizio di "Striscia la Notizia" la Rodriguez ha raccontato la sua verità sui social: "Ho chiamato i carabinieri perché Staffelli mi ha bloccato per mezz'ora"
Subito dopo la messa in onda su Canale 5 del servizio di "Striscia La Notizia" in cui Belen ha rifiutato il Tapiro d'oro che Valerio Staffelli voleva consegnarle, la showgirl argentina si è difesa sul suo profilo Instagram. Raccontando la sua verità: "Non ero dell'umore giusto e capita a tutti di avere una giornata no, ho chiamato i carabinieri perché sono rimasta bloccata per mezz'ora".
"Eheheh! Non si fa!!!! Nulla da dire contro il servizio simpaticissimo di Striscia - ha scritto la Rodriguez - ma non avevo voglia di ricevere tapiri per ingrandire la mia vasta collezione. Uno sarà libero di dire non ho voglia? Ma il simpatico Valerione (che adoro, perché davvero è una bella persona) pur di portarsi il servizio a casa mi ha bloccata per mezz'ora davanti alla porta del mio garage, bloccando la foto cellula per fare in modo che il portone non si chiudesse... Ho avvertito, ho chiesto gentilmente di farmi salire a casa, ma non c'è stato verso". A quel punto la showgirl ha chiamato i carabinieri.
L'obiettivo di "Striscia" era quello di consegnare il Tapiro per la presunta lite con Joe Bastianich sulla gestione del ristorante Ricci. Il tg satirico di Antonio Ricci ha infatti trasmesso l'intervista che lo chef ha rilasciato a "Porta a Porta" in cui spiegava che secondo lui i proprietari dei locali non devono cenare con i clienti facendosi servire dai camerieri. Bene, in molti hanno tradotto queste affermazioni come una sorta di frecciatina nei confronti della showgirl argentina che si fa spesso fotografare di sera nel suo ristorante. Sempre sui social Belen e il socio Bastianich si sono affrettati a smentire. Ma Striscia, come al solito, voleva indagare sulla vicenda. Mentre Belen non ha rilasciato dichiarazioni, solo un "non ho voglia". Valerio Staffelli si arrenderà?



Fonte: TGCOM24

GIORGIA MELONI INCINTA, L'ANNUNCIO IN DIRETTA AL FAMILY DAY. LUXURIA: "AUGURI E FIGLI TRANS"


Giorgia Meloni incinta, l'annuncio in diretta al Family Day. Luxuria: "Auguri e figli trans" by Film e Video Gratuiti



Il razzismo degli imbecilli contro la Meloni incinta.
Meloni ferita dagli insulti in Rete sulla sua gravidanza: “Non mi aspettavo questa rabbia”
«Un figlio trans, bis-tris-quatrisex lo amerei lo stesso. Una cosa è chiara: non mi fanno cambiare idea sul fatto che di essere contraria ai matrimoni gay e alle adozioni»
A farle più male sono state le parole di Luciana Litizzetto in televisione: l’ha graffiata dicendo che la Meloni aspetta «un meloncinio: ne sono contenta ma annunciarlo al Family day senza essere sposata è come andare a un festival vegano e dire di avere mangiato una fiorentina». Ancora più fastidio l’augurio di Vladimir Luxuria: «Auguri e figli trans».

INTER, TAPIRO D'ORO A MANCINI: "IL MEDIO? IN INGHILTERRA NON L'AVREI FATTO"


Inter, Tapiro d'oro a Mancini: "Il medio? In Inghilterra non l'avrei fatto" by Film e Video Gratuiti



Non è stata una giornata facile per Roberto Mancini quella che ha seguito la sconfitta per 3-0 nel derby della Madonnina: prima la squalifica per una giornata per espressioni ingiuriose rivolte agli arbitri e poi la visita di Striscia la Notizia, che ha consegnato all’allenatore dell’Inter il Tapiro d’oro per la litigata con i tifosi rossoneri, culminata con il dito medio mostrato mentre stava prendendo gli spogliatoi. L’ex tecnico del Manchester City è stato intercettato nel centro di Milano da Valerio Staffelli, che gli ha chiesto: "Ma in Inghilterra come avrebbero potuto reagire a un gestaccio del genere?". "In Inghilterra non avrei fatto il gesto - ha risposto il Mancio - perché lì non avrei subito gli insulti dei tifosi". Staffelli ha poi incalzato il tecnico nerazzurro chiedendo ironicamente: "Se suo figlio avesse fatto il dito medio alla maestra, lei gli avrebbe tirato tre schiaffi?", Mancini ha risposto con un secco sì e sulla rabbia dei tifosi, che ieri sera hanno contestato la squadra fuori da San Siro, ha detto: "Quando si perde sono tutti arrabbiati"


Fonte: tgcom24

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Guardate cosa succede a questi uomini!!
Da vedere assolutamente!!!

GLI ALLENATORI CONTRO MIKAELA CALCAGNO


Gli allenatori contro Mikaela Calcagno di Mediaset by Film e Video Gratuiti



Mikaela Calcagno nel mirino degli allenatori: tutti gli attacchi alla conduttrice
Mihajlovic, Allegri e Mancini le hanno risposto bruscamente .
Mikaela Calcagno conduttrice di Mediaset Premium «tartassata» dagli allenatori ospiti dei suoi talk. Mihajlovic, Allegri e Mancini si sono resi protagonisti di brusche risposte alle domande.

INTERVISTA MANCINI CON MIKAELA CALCAGNO DI MEDIASET DOPO MILAN INTER 3-0


Intervista Mancini con Mikaela Calcagno di Mediaset dopo Milan-Inter 3-0 by Film e Video Gratuiti



"Si, ho fatto il dito medio... contenta?". Ecco la lite tra Roberto Mancini e Micaela Calcagno, la giornalista di Mediaset Premium che conduce il programma di calcio dopo i posticipi, ieri appunto il derby di Milano.

La giornalista, non nuova alle brutte reazioni degli allenatori, ha chiesto all'allenatore dell'Inter lumi sul famoso "dito medio" fatto ai tifosi del Milan al momento dell'espulsione Mancini, evidentemente nervoso sia per l'esito della partita che per la domanda, ha risposto in maniera diciamo non molto educata.

CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO - LA SCENA INIZIALE


Cinquanta sfumature di grigio - Scena iniziale by Film e Video Gratuiti




La trilogia di Cinquanta sfumature viene inizialmente sviluppata come una serie di fan fiction di Twilight, intitolata originariamente Master of the Universe, e pubblicata a episodi su siti dedicati, sotto lo pseudonimo di "Snowqueen's Icedragon". Nello scritto compaiono personaggi tratti dai libri di Stephenie Meyer, Edward Cullen e Bella Swan. Dopo commenti e segnalazioni dove veniva sottolineato più volte che la storia violava i regolamenti delle varie piattaforme, è stata rimossa dai siti di fan fiction e pubblicata da E. L. James sul proprio blog, FiftyShades.com. In seguito riscrive Master of the Universe da capo, rinominando i protagonisti Christian Grey e Anastasia Steele e gli altri personaggi secondari, rimuovendolo dal sito prima di spedirlo a case editrici.[5] La versione rielaborata ed espansa di Master of the Universe viene divisa in tre parti. La prima, intitolata Cinquanta sfumature di grigio, viene pubblicata sotto forma di e-book, con la possibilità di riceverne una copia stampata a richiesta, nel maggio 2011 da The Writers' Coffee Shop. Il secondo volume, Cinquanta sfumature di nero, è pubblicato nel settembre 2011, e il terzo, Cinquanta sfumature di rosso, segue nel gennaio dell'anno dopo.

CENTO GIORNI A PALERMO


Cento giorni a Palermo by Film e Video Gratuiti




Il film inizia con la ricostruzione di 4 delitti di Cosa nostra: Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo, ucciso la mattina del Il film inizia con la ricostruzione di 4 delitti di Cosa nostra: Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo, ucciso la mattina del 21 luglio 1979 dentro un bar da un killer solitario, ma dopo anni d'indagini si sapra' che era il boss Leoluca Bagarella, Cesare Terranova, giudice istruttore del tribunale di Palermo, ucciso la mattina del 25 settembre 1979, sotto casa sua, insieme al maresciallo di Pubblica Sicurezza Lenin Mancuso. Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana il 6 gennaio 1980, sotto casa sua, mentre era in auto con la moglie e i 2 figli. Gaetano Costa, giudice presso il Tribunale di Palermo, il 6 agosto 1980 mentre guardava una bancarella di riviste vicino ad un giornalaio. Dopo l'assassinio di Pio La Torre, segretario regionale del PCI e del suo collaboratore Rosario Di Salvo, mentre si recavano al comitato regionale del suo partito, il 30 aprile 1982, lo Stato manda in Sicilia, come Prefetto di Palermo, il generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, protagonista della guerra al terrorismo durante gli anni di piombo e già attivo in Sicilia nel dopoguerra, con il compito di combattere la mafia. Il Generale si insedia in Prefettura, ma subito si accorge che la situazione palermitana è più che mai delicata: nessuno, a partire dallo Stato stesso, sembra voglia aiutarlo, il telefono del suo studio non suona mai, i pieni poteri da lui chiesti si rivelano solo una promessa, ed il suo arrivo nel capoluogo siciliano incrementa la lunga scia di delitti della guerra di mafia. Nonostante le continue "trappole" e le minacce di morte, il Generale va avanti, aiutato da pochissimi alleati, tra i quali il Capitano dei carabinieri Fontana, conosciuto dodici anni prima, dai familiari, e dalla giovane moglie Emanuela Setti Carraro, che sposa in seconde nozze il 12 luglio 1982. Privato dei suoi più stretti collaboratori e diventato scomodo per molti, dopo aver rilasciato una celebre e polemica intervista a Giorgio Bocca, il Generale, insieme alla moglie ed all'agente di scorta Domenico Russo, cade in un agguato mafioso a Palermo, in Via Isidoro Carini, la sera del 3 settembre 1982, dove vengono uccisi a colpi di kalashnikov in quella che sarà poi ricordata come la Strage di via Carini. 21 luglio 1979 dentro un bar da un killer solitario, ma dopo anni d'indagini si sapra' che era il boss Leoluca Bagarella, Cesare Terranova, giudice istruttore del tribunale di Palermo, ucciso la mattina del 25 settembre 1979, sotto casa sua, insieme al maresciallo di Pubblica Sicurezza Lenin Mancuso. Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana il 6 gennaio 1980, sotto casa sua, mentre era in auto con la moglie e i 2 figli. Gaetano Costa, giudice presso il Tribunale di Palermo, il 6 agosto 1980 mentre guardava una bancarella di riviste vicino ad un giornalaio. Dopo l'assassinio di Pio La Torre, segretario regionale del PCI e del suo collaboratore Rosario Di Salvo, mentre si recavano al comitato regionale del suo partito, il 30 aprile 1982, lo Stato manda in Sicilia, come Prefetto di Palermo, il generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, protagonista della guerra al terrorismo durante gli anni di piombo e già attivo in Sicilia nel dopoguerra, con il compito di combattere la mafia. Il Generale si insedia in Prefettura, ma subito si accorge che la situazione palermitana è più che mai delicata: nessuno, a partire dallo Stato stesso, sembra voglia aiutarlo, il telefono del suo studio non suona mai, i pieni poteri da lui chiesti si rivelano solo una promessa, ed il suo arrivo nel capoluogo siciliano incrementa la lunga scia di delitti della guerra di mafia. Nonostante le continue "trappole" e le minacce di morte, il Generale va avanti, aiutato da pochissimi alleati, tra i quali il Capitano dei carabinieri Fontana, conosciuto dodici anni prima, dai familiari, e dalla giovane moglie Emanuela Setti Carraro, che sposa in seconde nozze il 12 luglio 1982. Privato dei suoi più stretti collaboratori e diventato scomodo per molti, dopo aver rilasciato una celebre e polemica intervista a Giorgio Bocca, il Generale, insieme alla moglie ed all'agente di scorta Domenico Russo, cade in un agguato mafioso a Palermo, in Via Isidoro Carini, la sera del 3 settembre 1982, dove vengono uccisi a colpi di kalashnikov in quella che sarà poi ricordata come la Strage di via Carini.

domenica 31 gennaio 2016

ANTONIO VACCA "CHIEDETE ALLE DONNE DI BENEVENTO SE SONO UOMO"


Antonio Vacca - "Chiedete alle donne di Benevento se sono uomo" by Film e Video Gratuiti


Antonio Vacca, calciatore del Foggia, al termine della partita con il Benevento si rivolge a muso duro ai cronisti: "Sei di Benevento? Con te non parlo, esci fuori" dice. 
Poi l'affondo finale: "Chiedi alle donne di Benevento se sono un uomo o no"


Vacca, conferenza stampa show dopo Foggia-Benevento - Lega Pro

antonio-vacca-conferenza-stampa-foggia-benevento-lega-proUna conferenza stampa destinata a rimanere a lungo nella memoria di appassionati e addetti ai lavori. Antonio Vacca, centrocampista napoletano classe 1990, da poco accasatosi al Foggia (Lega Pro, girone C) e con lunghi trascorsi a Benevento, ha deciso di dare spettacolo nel post partita del match fra i rossoneri e i sanniti, conclusosi con il punteggio di uno a uno.

Vacca, che con l'ambiente beneventano non si è certo lasciato bene, aveva già aggiunto pepe alla contesa con alcune dichiarazioni alla vigilia. E nel dopogara, in sala stampa, ha fatto sfoggio di tutta la propria... abilità dialettica. Quando un cronista di Benevento gli ha chiesto atto di un brutto gesto indirizzato ai suoi ex tifosi prima di uscire dal campo, il calciatore in un primo momento ha rifiutato di rispondere ("Sei di Benevento? A te non rispondo, devi uscire fuori"). Di fronte all'insistenza del giornalista, Vacca ha negato l'accaduto ("Nessun gesto, fatti una visita agli occhi"). A quel punto il cronista beneventano ha perduto l'aplomb: "Se sei un uomo assumiti le tue responsabilità", ha replicato a Vacca, che senza perdere la calma lo ha esortato a verificare quanto affermato presso le signore della sua città, come si può vedere nel video.

Un siparietto forse divertente, non proprio edificante, di certo non banale. Ai microfoni dei media locali, Vacca poi ha ammesso di aver voluto prendere in giro i propri ex sostenitori: "Mi piace prendere per il c. la gente, come abbiamo preso per il c. il Bevevento in campo con il nostro gioco".

CATERINA BALIVO SENZA MUTANDINE A DETTO FATTO



Caterina Balivo caduta a Detto Fatto 

by NonSoloVideo




Una Caterina Balivo senza veli a “Detto Fatto”, programma di Rai 2. All’interno del tg satirico Striscia la Notizia, “I Nuovi Mostri”, la showgirl ha messo in scena una finta rapina in uffico postale. La lotta, però, è stata più cruenta del previsto e la Balivo è caduta rovinosamente a terra, non riuscendo a nascondere le sue “grazie”.

 

La scena non è sfuggita a “Striscia la Notizia” e Michelle Hunziker ha commentato il video dicendo: “Le hanno rubato tutto, anche le mutande. Vedete, le hanno dovuto mettere il bollo”.

giovedì 21 gennaio 2016

FACCIA D'ANGELO


Faccia d'angelo 

by NonSoloVideo




Faccia d'angelo è una miniserie televisiva in due puntate del 2012, diretta da Andrea Porporati.


Nebbia. Piccole case, centri urbani un po’ sempre uguali, adagiati sul corso del fiume; un tessuto urbano tranquillo e placido, una vita che scorre forse monotona nella campagna veneta, nel profondo nord-est, fra Venezia e Padova: terra di gente che lavora, che produce; una terra che proprio negli anni di cui raccontiamo stava preparandosi a diventare da acquitrino maledetto, luogo di emigrazione, di fuga, di povertà a terra di benessere, di azienda e piccola impresa. Ed è proprio in queste zone che, fra il 1980 e il 1990, imperversa una delle più sanguinarie bande criminali d’Italia, la Mala del Brenta del Toso, noto anche come "Faccia d’Angelo".

Episodio 1

1985

14 novembre: un gruppo di criminali armato ed a volto coperto fa irruzione nell'aeroporto Marco Polo di Venezia, sottraendo 300 Kg di oro destinati alla Germania, attuando quello che a tutti gli effetti è un colpo perfetto. La mattina seguente, il giovane ispettore di polizia Bruno Ricci, appena trasferito da Caserta, arriva a Venezia e fa subito la conoscenza dei suoi nuovi colleghi: l'ispettore Del Monaco, il commissario Trionfera, e il dottor Arosio, il Pubblico Ministero. Questi lo portano immediatamente con loro sul luogo del colpo ed, interrogando i testimoni, sono assolutamente certi che l'operazione sia stata eseguita dal Toso e la sua banda, ricercata da anni. Arosio si rende conto che per incastrare l'organizzazione sia necessario partire dai suoi inizi ricostruendone la storia e Ricci raccoglie dagli archivi tutti i casi relativi alle province limitrofe che possano in qualche modo collegarsi alla banda, per trovare qualche indizio che incrimini il Toso ed i suoi.

 

1974

Riviera del Brenta: il Toso è un giovane di umili origini che, assieme ai suoi amici, si diletta in piccoli furti di salumi e formaggi lavorando per lo zio, che rivende le refurtive ricavandone somme di denaro di poco conto da suddividere coi ragazzi. Il giovane ha le idee chiare per quanto riguarda il suo futuro e punta in alto. L'occasione per alzare il tiro gli viene offerta quando una ricca famiglia del luogo (la famiglia Carbon), fa installare delle costose telecamere di sorveglianza per controllare la propria villa: il Toso vuole sequestrare la signora Carbon per chiederne il riscatto. Propone quindi agli amici di partecipare al colpo: Tavoletta (così chiamato per la sua grande abilità nel guidare automobili) sarà alla guida del furgone che i ragazzi utilizzeranno, Bepi si occuperà di cambiare la targa allo stesso, affinché non siano riconosciuti, mentre il Moro e Schei, i più corpulenti del gruppo, provvederanno ad immobilizzare e rapire la donna. Solo il Doge, il restante membro della compagnia, sembra avere qualche dubbio sull'operazione, ma, spinto dagli amici, si convince a partecipare.

Il piano architettato dal Toso funziona alla perfezione: il ragazzo dissemina la strada adiacente alla villa (in un punto morto per le telecamere) di carne; in questo modo il piccolo cane dei Carbon, Charlie, attratto dal cibo, riesce a passare tra le sbarre del cancello e ad uscire in strada. La signora Carbon, vedendo la scena dall'interno e preoccupata per l'animale, corre anch'ella sulla strada, dove il Moro e Schei la sorprendono imbavagliandola e portandola nel furgone, che come previsto parte a tutto spiano. 

Essendo la banda inesperta nella gestione dei rapimenti, il Toso si era precedentemente accordato con un nomade proprietario di giostre, al quale affida la donna in cambio di una lauta somma di denaro. È il primo di una lunga serie di sequestri e rapine che, nel giro di pochi anni, portano il Toso ed i suoi amici ad essere conosciuti ed ad arricchirsi enormemente.

1979

La banda comincia a frequentare assiduamente le bische clandestine della zona. Il Toso sembra molto interessato a questo business e la sua attenzione non sfugge ad un potente boss, conosciuto come "Arsenale", insospettito dalla continua presenza in una delle sue bische del Toso e dei suoi uomini, che osservano le giocate dei clienti senza mai puntare. Ricevuto dal boss, che controlla lo spaccio di droga ed il business del gioco d'azzardo nelle zone di Padova e Venezia, il Toso gli propone di aprire una bisca a Padova gestita dalla sua banda, con la promessa di riconoscere ad Arsenale il 50% dei ricavi. Quest'ultimo teme che il Toso voglia ingannarlo, ma il giovane gli fa notare che uno dei suoi croupier bara sistematicamente quando alcuni clienti puntano grosse cifre, facendoli vincere. L'osservazione del Toso è, in realtà, completamente inventata, ed è volta a far sì che Arsenale possa fidarsi di lui. Ancora una volta, la strategia del Toso si rivela vincente, ed Arsenale accetta l'offerta del giovane.


 

1981

10 febbraio: il Toso ha sposato una delle tante ragazze conosciute negli anni, Grazia, e dalla stessa ha avuto un figlio, Paolo, che si appresta a far battezzare. Alla cerimonia sono presenti "vecchi e nuovi amici" della banda: oltre ad Arsenale è invitato anche un esponente del clan mafioso di Cosa Nostra, proveniente da Milano, un non precisato individuo che viene definito "il Siciliano". Il Toso si rivolge proprio a quest'ultimo, chiedendogli il permesso di espandere il proprio controllo sul business delle bische clandestine alla zona del Lido di Venezia, incontrando però la dura opposizione di Arsenale, col quale iniziano ad emergere piccoli dissapori.

Dopo la cerimonia, il Toso comunica a Grazia che non è adatto a fare il padre di famiglia e lascia la donna assieme al figlio in una lussuosissima villa, tranquillizzando la moglie sul fatto che al piccolo non mancherà nulla nel corso degli anni. L'uomo è totalmente concentrato sul costruire un impero criminale e, contravvenendo agli ordini di Arsenale, indaga nelle bische del boss sui guadagni dei cambisti che lavorano per Arsenale stesso, scoprendo che il loro ricavo complessivo annuale corrisponde ad una cifra altissima: 20 miliardi di lire. Il Toso, alla presenza di Arsenale, chiede al Siciliano di poter prendere il posto dei suddetti cambisti, promettendo un aumento del guadagno finale e la solita divisione a metà dei proventi, sottolineando la certezza di sicuri benefici per tutti. Arsenale, infuriato per la mancanza di rispetto del Toso, chiede che lo stesso venga ucciso, ma il Siciliano si schiera a favore dell'emergente boss approvando la sua proposta.

Il Toso e la sua banda controllano ormai gran parte delle bische clandestine del nord-est italiano ed iniziano una collaborazione con il Siciliano anche per quello che riguarda lo spaccio di stupefacenti. Il mafioso, tuttavia, fa notare al Toso che qualcuno a Venezia sta spacciando della cocaina proveniente da un canale diverso dal suo e lo mette alla prova, chiedendogli di scoprire di chi si tratti e di risolvere la situazione. Quando i suoi uomini lo informano che si tratta di Arsenale, il Toso ha l'occasione di dimostrare al Siciliano la sua fermezza: assieme al Doge ed al Moro, fa irruzione nella villa del boss e lo uccide senza lasciargli scampo. È il primo omicidio commesso dalla banda del Toso.

1986

Il Toso si è innamorato di Morena, una ragazza che ha conosciuto in discoteca e che ha conquistato dopo non pochi tentativi andati a vuoto. Nel frattempo, Grazia viene trovata senza vita nel giardino della sua villa e, nonostante la scena suggerisca si sia trattato di un incidente, la Polizia sospetta che la morte della donna possa essere una vendetta nei confronti del Toso. Mentre Ricci e Del Monaco sono sul posto, la madre del Toso, accompagnata da Tavoletta e Bepi, giunge alla villa per prendere con sé il piccolo Paolo. Ricci intuisce che la donna sta portando il bambino dal padre e si mette all'inseguimento del fuoristrada guidato da Tavoletta che, accortosi di essere pedinato dall'ispettore, devia verso una strada sterrata in cui la macchina guidata da Ricci si incaglia e gli ispettori vengono seminati. Una volta giunto dal Toso, tuttavia, Paolo si rifiuta di abbracciarlo e resta con la nonna, palesando le evidenti mancanze del padre nei suoi confronti.

Ricci non si dà per vinto ed il giorno seguente si reca nel centro della cittadina per fare qualche domanda alla madre del Toso che, seppure preoccupata per la vita del figlio, si rifiuta di collaborare con la giustizia e lo copre sistematicamente. Il giovane ispettore si accorge che la popolazione è ostile nei suoi confronti ed è schierata dalla parte della donna. Tornato in centrale, Arosio fa notare a lui ed ai colleghi che la banda del Toso è caratterizzata dalle peculiarità tipiche delle organizzazioni di stampo mafioso, e che è inutile cercare indizi nei singoli reati commessi; bisogna allargare la visione ed incastrare il Toso accusandolo di associazione mafiosa. Ciò è vantaggioso per le stesse autorità, che possono indagare con strumenti più potenti ed elastici, quali le intercettazioni ambientali ed il controllo dei conti correnti bancari; una conversazione tra il Toso e la madre viene infatti immediatamente registrata.


Episodio 2

1987

Modena, 15 aprile: il Toso, assieme a Morena, diventata ufficialmente la sua compagna, partecipa ad una cena di affari assieme a Schei ed al Moro, nella quale i compari parlano della possibilità di espandere il loro dominio nella città in cui si trovano, ricca ma ancora "libera" dal controllo di organizzazioni criminali. Nel bel mezzo della serata, però, Ricci ed i suoi uomini fanno irruzione nel ristorante arrestando il Toso e gli amici. Anche una disperata Morena viene tratta in arresto, ma il boss la rassicura, dicendole di non preoccuparsi.
Il Toso viene condotto nel carcere di massima sicurezza di Fossombrone, mentre Morena, che è incensurata, viene rilasciata poche ore dopo. Ricci apprende dai giornali che anche i complici del Toso saranno presto scarcerati, in quanto le accuse pendenti su di loro sono di poco conto. L'ispettore comunque è convinto che senza il Toso la banda avrà grosse difficoltà nel gestire gli affari. La previsione di Ricci non sembra tuttavia avverarsi: Schei mette subito le cose in chiaro, annunciando alla banda che in assenza del Toso il capo sarà lui e che gli affari proseguiranno regolarmente.

1988

Il Toso è in carcere ed ha chiesto alla direzione la possibilità di conseguire una laurea in architettura. Per questo passa molte ore della sua giornata in biblioteca a studiare, ponendo particolare attenzione sull'architettura del XVIII secolo. Un altro detenuto lo osserva e durante l'ora d'aria, capendo che la reale intenzione del Toso è quella di evadere dalla prigione, lo avvicina offrendosi di aiutarlo nel suo piano. Il boss, sebbene diviso nelle ideologie dall'altro detenuto, un terrorista dell'estrema sinistra, alla fine decide di accettare la proposta, coinvolgendo l'uomo nell'operazione.
Schei ed il Moro si incontrano, scambiandosi una valigetta contenente un'importante somma di denaro utile per la famiglia del Toso. Il Moro è incaricato di nasconderla in un luogo conosciuto dalla banda, ma viene fermato ad un posto di blocco da una pattuglia di Carabinieri. Il membro della banda dev'essere portato in centrale per accertamenti, avendo gli agenti scoperto la valigetta, ma si accorge ben presto che questi lo stanno conducendo in un luogo isolato, capendo che non si tratta di veri Carabinieri quando uno di questi gli punta un mitra alla schiena. Fatto ciò, i finti agenti lo trucidano senza pietà. La stessa sera Schei, tornato a casa, è in compagnia della fidanzata ed, affacciandosi alla finestra dopo che qualcuno ha suonato il campanello, viene raggiunto da colpi di arma da fuoco cadendo a terra senza vita.

Il Toso, venuto a conoscenza delle notizie sulla sua banda, sembra notevolmente scosso, ma la morte bussa ancora alla sua porta: Morena, in viaggio per andare a trovarlo, muore in quello che sembra un tragico incidente stradale. La difficile situazione esterna accresce la necessità del boss di evadere dal carcere: il Toso, studiando l'architettura della prigione (costruita proprio nel XVIII secolo), ha capito che questa è caratterizzata da una fitta rete di canali che conducono al sistema fognario, le cui acque vengono scaricate all'esterno. Resta da individuare quale dei canali (che sono stati murati per non consentire fughe), comunichi direttamente con l'ala dell'edificio in cui si trova il Toso, compito che il boss affida a due complici coi quali discute della cosa durante le visite dei parenti. Quando i due lo individueranno ed avranno finito di scavare il percorso, lo segnaleranno al Toso facendogli pervenire un pacchetto di sigarette: in quel giorno, il Toso ed il terrorista evaderanno durante l'ora d'aria.
6 dicembre: con un'incredibile operazione, quasi inedita nella storia criminale italiana, il Toso ed il terrorista riescono ad evadere dal carcere di Fossombrone. Ricci e colleghi, appresa la notizia, sono increduli, e rispondono istituendo posti di blocco in tutto il nord Italia, sorvegliando costantemente anche la famiglia del Toso, convinti che, presto o tardi, il boss si tradirà in qualche modo.
Pur essendo latitante, il ritorno del Toso ha effetti benefici per la banda, i cui traffici riprendono a pieno ritmo. Il boss, tuttavia, vuole recuperare parte dei soldi persi con l'omicidio del Moro e decide di rifarsi sequestrando con uno stratagemma un ricco imprenditore del luogo, Roberto Bernini. Il piano del boss prevede che nessuno si faccia male: l'imprenditore aprirà alla banda il suo caveau e consegnerà al Toso i soldi, in cambio la sua vita e quella dei familiari (anch'essi sequestrati) sarà al sicuro. Ma Bernini, sfruttando una disattenzione di Tavoletta, che lo tiene sotto tiro con una pistola, sottrae l'arma al membro della banda sparandogli. Ciò scatena la reazione del Doge che scarica più colpi di arma da fuoco sull'imprenditore. Per la prima volta i piani del Toso non sono andati come previsto e la banda è costretta a darsi alla fuga. Tavoletta è gravemente ferito, ma non può essere portato in ospedale, correndo il rischio di essere riconosciuto ed arrestato; così il Toso lo fa imbarcare su un volo diretto a Bogotà dove, dopo un estenuante viaggio di 11 ore, Tavoletta viene preso in consegna dalla corrotta polizia colombiana che, accordatasi col Toso, lo farà curare.
La banda è ancora alla ricerca degli assassini di Schei e del Moro: il Doge è convinto si tratti dei fratelli Giudecchini, una volta scagnozzi di Arsenale e, dopo la morte del boss, passati alle dipendenze del Toso, ma mai veramente riconoscenti nei confronti della banda. Convinzioni che diventano certezze quando si sparge la voce che i fratelli si riforniscono da canali diversi da quelli della Banda e spacciano droga per conto loro a Venezia. Il Toso, allora, fingendo di organizzare un colpo, li fa chiamare per proporre loro di parteciparvi, e dopo aver scoperto le sue carte, li fa uccidere da Bepi e dal Doge.

1992

Il maxi processo istruito da Arosio per condannare il Toso sta giungendo alle fasi decisive. Attesissima è la deposizione del super testimone dell'accusa, Roberto Bernini, che è incredibilmente sopravvissuto all'agguato nei suoi confronti. L'Italia, nel frattempo, è sconvolta dagli attentati di matrice mafiosa che si susseguono a Palermo; fresca è la notizia della strage di via D'Amelio, in cui ha perso la vita il famoso magistrato Paolo Borsellino. Trionfera comunica a Ricci ed Arosio il suo imminente trasferimento nel capoluogo siciliano, chiedendo al giovane ispettore di seguirlo. Ricci è allettato dalla proposta, ma dopo essere venuto a contatto con i membri della banda (tranne il Toso) che si prendono gioco di lui in un bar, è sempre più determinato a catturare definitivamente il boss, ancora latitante. Decide, dunque, di rimanere a Venezia.
L'avvocato del Toso consiglia al boss di lasciare definitivamente l'Italia, in quanto una sua cattura lo esporrebbe al nuovo regime detentivo previsto per i condannati al reato di associazione mafiosa, il 41-bis, il cosiddetto "carcere duro". Il boss si convince che è ora di cambiare aria e decide di partire per la Croazia, Paese in cui ha importanti conoscenze ed in cui sarebbe definitivamente al sicuro. Comunica la sua decisione alla madre, chiedendole di partire con lui ed il figlio Paolo: la donna, però, decide di non seguire il figlio. Fingendosi un ricco ingegnere, il Toso acquista un lussuosissimo Yacht col quale può raggiungere la sua nuova destinazione, pagandolo 600 milioni di lire in contanti. Nonostante la falsa identità utilizzata dal boss, l'operazione insospettisce Ricci, che è ancora convinto di poterlo incastrare; le speranze dell'ispettore sembrano essere frustrate da Del Monaco, che, sicuro del fatto che il Toso abbia già lasciato l'Italia, fa presente al collega l'impossibilità di acciuffare il criminale fuori dal territorio italiano, dove i due non hanno alcuna giurisdizione per arrestarlo.
Contrariamente alle previsioni, il Toso, in compagnia del figlio e di Giulia (la sorella di Morena), è in viaggio verso Capri. Il boss, giunto sull'isola, durante il giorno gioca con il figlio Paolo, col quale vuole ricostruire un rapporto mai nato a causa delle sue mancanze: organizza con lui una corsa lungo il molo dove ha attraccato la sua imbarcazione, ma, forse, sospettando qualcosa, non sembra totalmente sereno. Giunto nei pressi del suo Yacht, si trova di fronte Ricci e girandosi, si accorge di essere braccato dall'altro lato anche da Del Monaco. Il Toso capisce che la sua corsa è finita, e viene arrestato dai due. Il boss chiede all'ispettore come abbia fatto a scoprirlo e Ricci gli rivela che solo la sua imbarcazione, tra le tante in mare, portava il nome della madre del Toso: grazie a ciò l'ha potuto individuare. L'arrivo delle macchine della Polizia fa insospettire anche Giulia, intenta a fare compere nel centro della città e fa accorrere in zona un grande numero di curiosi. Il Toso ostenta la solita sicurezza, ma è consapevole di essere giunto al capolinea. Mentre il boss continua a ripetere "non è niente" al figlio, che lo guarda sbalordito, Ricci gli chiede se ne valeva veramente la pena, facendolo salire in macchina.



Fonte: Wikipedia

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